La prima domanda che ci viene posta quando un cliente si approccia all’acquisto di un viscosimetro rotazionale è proprio questa:
Quale viscosimetro mi consiglia, L, R o H?
La risposta non è quasi mai semplice, soprattutto se siamo di fronte al primo approccio a questo tipo di strumento.
Tutti i viscosimetri rotazionali, di qualunque marca siano, presentano 3 modelli fondamentali: L, R e H, appunto; la classificazione è semplice da ricordare se si pensa in inglese: L = low (viscosity), H = high (viscosity), la R è compresa tra le altre due.
La differenza tra questi 3 tipi di viscosimetri è di tipo costruttivo, e riguarda la rigidità della molla che deve registrare la viscosità: la rigidità infatti, aumenta passando dal tipo L al tipo H, da cui consegue il fatto che il viscosimetro di tipo L sarà più adatto per i campioni a bassa viscosità, quello R per campioni a viscosità intermedia, mentre il tipo H sarà adatto a campioni decisamente molto viscosi.
Range di viscosità dei diversi modelli di viscosimetro rotazionale Fungilab:
Tipo di viscosimetro | Range di viscosità misurabile (mPa*s o cP) |
L | 2-6.000.000 |
R | 100-13.000.000 |
H | 200-106.000.000 |
Attenzione a non confondersi: 6.000.000 mPa*s = 6 milioni mPa*s = 6.000 Pa*s
Talvolta nelle brochure il limite superiore viene riportato in Pa*s, e questo può indurre in errore
La tabella sottostante riporta un elenco di prodotti analizzabili con i vari tipi di viscosimetro:
Misura della Viscosità – Scelta del viscosimetro
Oltre alla viscosità presunta dei prodotti da analizzare, ci possono essere altri parametri da tenere in considerazione:
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La destinazione d’uso del viscosimetro
se il viscosimetro è destinato al controllo qualità delle materie prime, ad esempio, un criterio di scelta potrebbe essere quello di acquistare il modello di pari caratteristiche (Es.: Brookfield e Fungilab, hanno modelli di viscosimetri sovrapponibili che danno risultati identici) utilizzato dai fornitori delle materie prime; in caso di contestazione, sarà più facile confrontare i dati se questi sono ottenuti con lo stesso tipo di strumento.
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Lo storico dei dati di misura
il viscosimetro di tipo R è nato per primo, ed è ampiamente diffuso; accade che aziende che hanno uno storico di dati ottenuti con viscosimetri di tipo R vogliano continuare a utilizzare questo modello, anche nel caso in cui la tipologia di produzioni si sia modificata nel tempo.
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Il metodo utilizzato per fare la misura di viscosità
questo tema riguarda solitamente i campioni con tixotropia apparente (vedi Misura della Viscosità – Scelta del Viscosimetro; oggi lo strumento più adatto a caratterizzare questo tipo di prodotti sarebbe il reometro, che è uno strumento più recente, più complesso e dal costo decisamente più elevato rispetto a un viscosimetro; in passato, prima dello sviluppo dei reometri, un metodo utilizzato per caratterizzare i prodotti tixotropici consisteva nel misurare il cosiddetto “indice di tixotropia”, ottenuto come segue:
I = vix (a) / vix (b)
Dove vix (a) e vix (b) sono i valori di viscosità ottenuti, a parità di altre condizioni, utilizzando due velocità diverse, in rapporto tra loro di 10:1; cioè, ad esempio:
I = vix (25°C, girante 3, velocità 100 rpm) / vix (25°C, girante 3, velocità 10 rpm)
Le coppie più comunemente usate sono 100-10 / 50-5 / 20-2
Questo tipo di dati viene realizzato con viscosimetri di tipo R
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La tixotropia dei prodotti
nel caso di prodotti tixotropici (come la maionese), che hanno un tempo di recupero molto lungo, la misura eseguita in modo standard dà un risultato falsato al ribasso; il metodo corretto per ovviare a questo problema consiste nell’utilizzare il SISTEMA ELICOIDALE Heldal (kit comprensivo di giranti dedicate), in cui un motorino posto sull’asta del viscosimetro fa muovere quest’ultimo in alto e in basso all’interno del campione, evitando quindi che la girante “faccia il solco” all’interno del campione.
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